Le 4C

Le 4C

Le caratteristiche principali denominate 4C sono: Carat, Color, Clarity e Cut (peso, colore, purezza e taglio).

PESO O MASSA (Carat)

Il peso o massa del diamante e' universalmente espresso in carati metrici dal 1907. Un carato metrico equivale a 0.200 grammi ed e' a sua volta suddiviso in quattro unita' chiamate "grani" o in cento unita' chiamate "punti"; un grano pertanto equivale a 0.25 carati (ct.). Ufficialmente il peso del diamante viene espresso in carati fino alla seconda cifra decimale. Quando la determinazione del peso viene fatta con la terza cifra decimale si effettua un appropriato arrotondamento. Le regole UNI e IDC (International Diamond Council) stabiliscono che bisogna arrotondare per difetto quando la terza cifra decimale e' inferiore a 9 (es. 0.328 = 0.32 ct., 0.329 = 0.33 ct.). I laboratori GIA (Gemological Institute of America) arrotondano per difetto quando la terza cifra decimale e' inferiore o uguale a quattro, per eccesso quando e' maggiore o uguale a cinque.

Strumentazione: bilancia di precisione con lettura di peso in carati con almeno tre decimali ed in grammi con almeno quattro decimali.

 

COLORE (Color)

Il colore viene classificato secondo la scala di colore GIA.

D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z --> colore fantasia

I diamanti al di sotto del peso o massa di 0.47 ct. dovranno essere classificati secondo le sei seguenti suddivisioni: D-E, F-G, H, I-J, K-L, M-Z. La colorazione di una gemma e' dovuta all'assorbimento selettivo delle varie lunghezze d'onda dello spettro del visibile che la attraversano e dalla conseguente riemissione di quelle non assorbite. Lo spettro del visibile e' l'insieme delle onde elettromagnetiche che l'occhio umano e' in grado di percepire sotto forma di luce bianca. Queste onde, che si propagano nello spazio in modo rettilineo vibrando su infiniti piani, sono comprese tra i 4000 e i 7000 A (angstrom) e non sono che una minima parte dell'energia emessa dal sole. Le lunghezze d'onda immediatamente precedenti ai 4000 A corrispondono ai raggi ultravioletti, quelle immediatamente successive ai 7000 A corrispondono invece ai raggi infrarossi. L'ANGSRTOM e' un'unita' di misura della lunghezza d'onda e corrisponde ad 1/100.000.000 di centimetro. Altra unita' di misura della lunghezza d'onda e' il Nanometro (nm) che equivale a 10 A.
Le varie lunghezze d'onda che compongono la luce bianca fanno si' che questa possa essere suddivisa in sette colori fondamentali che in ordine decrescente di lunghezza d'onda sono:

rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto.

Quanto sopra detto può' essere evidenziato da un prisma composto da una sostanza monorifrangente e trasparente, esso infatti ha la capacita' di disperdere la luce. La dispersione della luce non e' altro che la scomposizione dello spettro del visibile nelle varie lunghezze d'onda che la compongono e quindi nei vari colori fondamentali. Il diamante e' un minerale isotropo, in esso infatti le caratteristiche fisiche sono identiche in qualsiasi direzione le si osservino, che può' assumere colorazioni che vanno dall'incolore al grigio, al giallo, al marrone, al rosa, all'arancione, al verde, al blu, al violetto ed al nero. I colori del diamante sono raggruppati in serie come: Cape series (dall'incolore a parziale saturazione di giallo) Gray series (dall'incolore a parziale saturazione di grigio) Brown series (dall'incolore a parziale saturazione di marrone) Per i diamanti tagliati della serie Cape esistono varie scale di colore come quella GIA, CIBJO, IDC che permettono di stabilire il grado di colore per comparazione con dei diamanti campione appartenenti alla serie Cape e internazionalmente conosciuti come "master stones". Per tutte le rimanenti serie la determinazione della saturazione di colore viene fatta per comparazione alla serie Cape. I diamanti con una saturazione di colore superiore alla lettera Z della scala GIA vengono definiti come "diamanti colore fantasia". L'esame della saturazione di colore per il diamante viene fatto, nella maggior parte dei casi, per comparazione. Per fare ciò' necessitano una sorgente di luce normalizzata del tipo D55-65 (temperatura di colore pari a 5500/6500° Kelvin, flusso luminoso con assenza di oscillazioni percettibili all'occhio ed una lampada con bulbo di 15 W. di potenza) ed una serie di pietre paragone.

Questa serie di pietre paragone, secondo le norme IDC e CIBJO, deve avere le seguenti caratteristiche:

  • essere composte da un minimo di sette pietre tutte appartenenti alla serie Cape
  • avere un grado di saturazione il più' possibile corrispondente al limite inferiore del grado di colore che rappresentano
  • identificarsi con i primi sette passaggi consecutivi della scala di colore
  • avere un peso non inferiore a 0.70 ct.
  • essere contraddistinte da purezza non inferiore al grado SI
  • avere fluorescenza "assente" o tuttalpiu' "leggera"
  • avere proporzioni di taglio "buone" o "ottime".


Le regole GIA sono del tutto simili a quelle della CIBJO ma permettono una maggiore elasticità' nella caratura delle pietre portando il limite inferiore a 0.25 ct. Si raccomanda la maggiore uniformità' possibile nella caratura e nelle proporzioni di taglio dei diamanti campioni, eventuali differenze di purezza tra le varie pietre campione a volte possono anche tornare utili. Si sconsiglia caldamente l'uso come pietre di paragone di imitazioni del diamante quali ad esempio lo zirconio cubico. L'analisi della saturazione del colore del diamante viene effettuata posizionando la gemma tavola-apice, su di un apposito supporto ( cartoncino bianco neve ) con l'apice rivolto verso l'alto. L'esame della gemma avviene per confronto con le pietre paragone, alternando la posizione della pietra campione, che più' si avvicina alla saturazione di colore del diamante in esame, prima a destra poi a sinistra. Il motivo di questo procedimento sta nel fatto che la disposizione del colore e' più' evidente in prossimità' dell'apice e del bordo della corona. Inoltre la riflessione stessa del diamante e condizioni di luce leggermente diverse dallo standard possono, nel caso di saturazione di colore molto simili, trarre in errore l'analista.

Strumentazione: la classificazione del colore deve essere effettuata in base ad una serie di masters stones in luce normalizzata. La sorgente luminosa deve essere del tipo D 55-65 ed avere una temperatura di colore più vicina a 5500-6500 K. La lampada deve avere una potenza di 15W.

PUREZZA (clarity)

Prima di entrare nel merito della classificazione della purezza, definiamo le caratteristiche esterne (blemishes) ed interne (inclusions) del diamante. Questi difetti sia interni che esterni possono essere sintetizzati dal termine Imperfezioni. Le caratteristiche esterne riguardano ogni imperfezione confinata strettamente sulla superficie della gemma, le caratteristiche interne riguardano ogni imperfezione che penetra o che é racchiusa nella pietra. Ogni corpo estraneo, ogni cristallo, ogni frattura, tutto ciò' che crea discontinuità' all'interno del diamante viene definito inclusione.

Caratteristiche esterne

Molte delle imperfezioni esterne possono essere rimosse con una leggera lucidatura e con una conseguente trascurabile perdita di peso dell'ordine del centesimo di carato (0.01 ct.). Va comunque ricordato che questa operazione a volte non può' essere effettuata in quanto potrebbe determinare l'insorgere di nuovi difetti. Le caratteristiche esterne (blemishes) sono dovute o al processo di taglio o al normale uso quotidiano (usura). In particolare le imperfezioni esterne dovute al taglio sono: le faccette naturali (naturals), le faccette supplementari (extra-facets), la cintura grezza, la lucidatura irregolare e le linee di accrescimento superficiali. Le imperfezioni esterne dovute al consumo sono: i graffi, le piccolissime cavità' (pits), gli spigoli abrasi, le sbeccature e le tacche.

Caratteristiche interne

Le imperfezioni interne sono: le inclusioni cristalline, i noduli, i piani di clivaggio, le fratture, le nuvole, le inclusioni a punta di spillo, la cintura piumata, le linee di accrescimento, le tracce da laser, i marchi di percussione e le inclusioni di altri cristalli. Per la valutazione degli effetti delle IMPERFEZIONI bisogna considerare i seguenti fattori: la dimensione, il numero, la posizione, la natura ed il colore. Un esperto analista deve tener conto di tutti questi fattori per determinare il grado di purezza in rapporto alle imperfezioni riscontrate.

SISTEMA DI DETERMINAZIONE DEL GRADO DI PUREZZA - Regole GIA

Il sistema di graduazione GIA viene usato nei GEM TRADE LABORATORIES ed e' suddiviso in undici gradi:

  • FL (FLAWLESS)
  • IF (INTERNALLY FLAWLESS)
  • VVS1 (VERY VERY SLIGHTLY INCLUDED ONE)
  • VVS2 (VERY VERY SLIGHTLY INCLUDED TWO)
  • VS1 (VERY SLIGHTLY INCLUDED ONE)
  • VS2 (VERY SLIGHTLY INCLUDED TWO)
  • SI1 (SLIGHTLY INCLUDED ONE)
  • SI2 (SLIGHTLY INCLUDED TWO)
  • I1 (IMPERFECT ONE)
  • I2 (IMPERFECT TWO)
  • I3 (IMPERFECT THREE)

FL

Il termine flawless e' sinonimo di "puro". Il diamante osservato a 10 ingrandimenti (10x) e' classificato puro quando non presenta caratteristiche interne. Nonostante questo un diamante classificato FL può' presentare piccolissime caratteristiche esterne come una faccetta supplementare sul padiglione non visibile dalla corona, o piccole faccette naturali posizionate sulla cintura tranne quando la cintura e' troppo spessa, o linee di accrescimento interne non riflettenti la luce.

IF

Il grado "internamente puro" e' determinato dalla presenza di piccole caratteristiche esterne come linee di accrescimento superficiali, larghe faccette naturali e faccette supplementari sulla corona. Come si vede e' solo la presenza di piccole caratteristiche esterne che determina il passaggio da FL a IF e ciò sta ad indicare che la pietra non ha imperfezioni interne.

VVS1-VVS2

La differenza tra il grado IF e VVS e che quest'ultimo presenta piccole imperfezioni interne mentre, come abbiamo visto, il grado IF può' avere solamente piccole imperfezioni esterne. I difetti riscontrabili in questo grado sono: inclusioni a punta di spillo, piume, linee di accrescimento che creano riflessioni di luce, cinture piumate e piccole bruciature. Il numero, la dimensione e la posizione di queste imperfezioni e' sufficiente per classificare una pietra VVS1 o VVS2.

VS1-VS2

Le inclusioni caratteristiche di questi due gradi sono chiaramente visibili a 10x e sono: piccoli cristalli, nuvole, fratture e gruppi di inclusioni a punte di spillo. La differenza tra il grado VS1 e VS2 sta nel numero, nella dimensione nella posizione delle suddette inclusioni.

SI1-SI2

Le caratteristiche interne di questo grado sono notevolmente visibili a 10x e comprendono, oltre ai difetti dei gradi precedenti, cristalli inclusi, nuvole e fratture.

I1-I2-I3

In questi gradi di purezza le inclusioni intaccano in maniera graduale la trasparenza e la brillantezza della pietra. Queste caratteristiche sono chiaramente visibili ad occhio nudo.

 

SISTEMA DI DETERMINAZIONE DEL GRADO DI PUREZZA - Regole UNI, CIBJO e IDC

Questo sistema di graduazione viene consigliato dalla CIBJO e usato nei più' quotati laboratori di analisi di Anversa come l'HRD (Hoge Raad Voor Diamant). Il sistema e' suddiviso in dieci gradi:

 

  • PURO IF (LOUPE CLEAN)
  • VVS1 (VERY VERY SMALL INCLUSION ONE)
  • VVS2 (VERY VERY SMALL INCLUSION TWO)
  • VS1 (VERY SMALL INCLUSION ONE)
  • VS2 (VERY SMALL INCLUSION TWO)
  • SI1 (SMALL INCLUSION ONE)
  • SI2 (SMALL INCLUSION TWO)
  • P1 (PIQUÉ ONE)
  • P2 (PIQUÉ TWO)
  • P3 (PIQUÉ THREE)

PURO IF

Un diamante e' considerato puro alla lente (loup-clean) quando, esaminato in condizioni di luce normale da un esperto con una lente a 10x acromatica e aplanatica, apparirà' privo di caratteristiche interne. Questo significa che il diamante non può' contenere caratteristiche interne che siano di diametro maggiore di 5 micron. Le caratteristiche esterne di un diamante puro alla lente sono segnalate come segni di identificazione.

VVS1-VVS2

Questi gradi di purezza sono caratterizzati da inclusioni piccolissime che sono molto difficili da trovare con una lente a 10x. Grandezza, posizione e numero delle suddette inclusione determinano la differenza tra il grado VVS1 e VVS2.

VS1-VS2

Questi gradi di purezza sono caratterizzati da inclusioni molto piccole e difficili da trovare con una lente a 10x. Grandezza, posizione e numero delle suddette inclusioni determinano la differenza tra il grado VS1 e VS2. I diamanti di peso o massa inferiore a 0.47 ct. devono essere classificati secondo la suddivisione VVS- VS.

SI1-SI2

Questi gradi di purezza sono caratterizzati da piccole inclusioni facili da trovare con una lente a 10x, ma non visibili ad occhio nudo dalla corona.

P1-P2-P3

Questi gradi di purezza sono caratterizzati da inclusioni visibili ad occhio nudo. Numero, posizione e colore delle suddette inclusioni determinano la differenza tra i gradi P1, P2 e P3. Nei gradi P2 e P3 la presenza di inclusioni riduce la brillantezza del diamante.

Strumentazione : lente aplanatica acromatica a 10X, microscopio stereoscopico (con illuminazione in campo scuro).

DETERMINAZIONE DEL GRADO DI PUREZZA

Il grado di purezza si determina posizionando la pietra in modo che la corona sia rivolta verso l'analista procedendo dapprima all'osservazione della tavola, delle faccette di stella, delle faccette principali superiori, delle faccette superiori di cintura e dell'apice. La pietra viene quindi girata in posizione tavola-apice in modo da osservare la cintura, le faccette principali inferiori e le faccette inferiori di cintura.

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLE INCLUSIONI (plotting)

Per rappresentare graficamente le imperfezioni vengono abitualmente utilizzati due prestampati che raffigurano, in modo speculare tra loro, la corona ed il padiglione. E' sottinteso che i prestampati variano al variare del tipo di taglio preso in esame. Per convenienza su questi prestampati i principali laboratori di analisi disegnano in verde le caratteristiche esterne, in rosso quelle interne ed in nero le faccette supplementari. Le caratteristiche visibili solo dalla corona e quelle visibili solo dal padiglione devono essere riportate sui prestampati ad essi relativi; se un'imperfezione e' visibile sia dalla corona che dal padiglione la si riporta solo dalla parte dove e' più' visibile, preferendo pero' la corona. Se un'inclusione tocca esternamente corona e padiglione, essa deve essere riportata su entrambi i prestampati. Avremo cosi' un'ottima rappresentazione grafica delle imperfezioni se riusciremo ad ottenere una corrispondenza biunivoca tra l'immagine del diamante ed il prestampato. Tutto questo serve a rappresentare graficamente il grado di purezza, nonché' la condizione del diamante al momento della graduazione. Bisogna inoltre sottolineare che quando si sono segnate le imperfezioni sufficienti a determinare il grado di purezza e a riconoscere la pietra, possono essere omesse altre minori caratteristiche del diamante in esame. In commercio, spesse volte per comodità', l'individuazione delle imperfezioni viene fatta menzionando le faccette interessate comparando la loro posizione al quadrante dell'orologio. Diremo pertanto che un diamante avrà' un'inclusione cristallina sulla tavola alle quattro, un graffio su una faccetta principale superiore alle sei ed una faccetta supplementare sul padiglione vicino alla cintura alle undici.

TAGLIO (cut) 

Il fascino del diamante tagliato non e' racchiuso solamente nelle sue proprietà' naturali ma e' il risultato scaturito dall'applicazione di leggi fisiche che permettono di ottenere scintillio, dispersione e brillantezza in quantità' massima. Per taglio si intende quell'insieme di operazioni che partendo da una gemma greggia portano alla sfaccettatura della stessa in rapporto agli angoli della corona e del padiglione in modo da ottenere la riflessione totale interna della luce incidente. In generale il diamante tagliato a brillante si presenta con un'ampia faccetta centrale detta tavola raccordata tramite la zona superiore, detta corona (crown), alla cintura. Alla cintura segue una porzione detta padiglione (pavillon) che termina con una faccetta detta tavola inferiore o apice.

Il taglio a brillante è caratterizzato da un totale di 57 faccette (compresa tavola) a cui bisogna sommare l'apice (se presente)

 

tavola (table) - 1

corona (crown) - 32

faccette di stella (star facet) - 8

faccette principali superiori (upper main facet) - 8

faccette superiori di cintura (upper girdle facet) - 16

cintura (girdle)

padiglione (pavillion) - 24

faccette inferiori di cintura (lower girdle facet) - 16

faccette principali inferiori (lower main facet) - 8

apice (culet) - 1



I parametri per la valutazione del taglio sono: il diametro della tavola, l'altezza della corona, l'altezza del padiglione, l'altezza totale e lo spessore della cintura. E' consentito l'uso del solo termine "brillante" se riferito al diamante di forma rotonda con taglio a brillante. Altri tagli comuni sono il taglio Ovale, Marquise, Pera, Princess, Radiant, Smeraldo, con diversi ordini di faccette di prevalente forma trapezoidale allungata disposte a seguire il contorno della gemma. In questi ultimi anni nuovi tagli sono stati presentati allo scopo di massimizzare la brillantezza.

 

FORMA (shape)

Nel caso di gemme che presentano una cintura, la forma altro non è che la proiezione in pianta o il contorno perimetrale della cintura. Si avranno quindi forme rotonde, ovali, a goccia, a navette, a cuscino, a cuore, triangolari, quadrate, ottagonali e altri tipi ancora.